Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Tavola tratta da: Dylan Dog, Pioggia di sangue albo n. 453 del 30 maggio 2024
Soggetto e sceneggiatura: Baraldi Barbara
Disegni: Corrado Roi
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Mai, neppure nei momenti in cui i loro corpi erano stati più uniti, l’aveva trovata così bella, così raggiante.
Mai aveva visto sulla sua bocca carnosa un sorriso che esprimesse così intensamente il trionfo dell’amore.
Mai, con un solo sguardo, si era impossessata di lui in modo così totale.
(Georges Simenon, La camera azzurra Adelphi Edizioni 2008)
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Gli appassionati di Luciano De Crescenzo sicuramente ricorderanno il film Così parlò Bellavista del 1984, tratto dalla sua prima opera omonima pubblicata dalla Mondadori nel 1977 che spalancò le porte del successo all’autore. Ebbene, la sfida del Teatro Quirino è quella di portare a teatro il suo testo/film più conosciuto per omaggiare lo scrittore napoletano giunto al suo novantesimo compleanno (quest’anno novantunesimo).
Il desiderio di trasporre a teatro Così parlò Bellavista è stato fortemente voluto da Alessandro Siani, stimolato da Benedetto Casillo, giunto alla conclusione che l’unico che poteva realizzarlo è Geppy Gleijeses, che all’epoca nel film interpretava Giorgio, il fidanzato di Patrizia, figlia del professore Bellavista. continua a leggere
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Il fu Mattia Pascal è stato trasposto più volte a teatro e interpretato da Giorgio Albertazzi, Flavio Bucci, Giuseppe Pambieri, Tato Russo… chi è invece il Suo Mattia Pascal? Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?
In questo confronto non lo so perché non ho visto nessuno degli allestimenti citati. La peculiarità del mio “Il fu Mattia Pascal” è che ho effettuato io stesso la riduzione e traduzione, la struttura drammatica del testo e del personaggio sono molto legati a me. Per l’interpretazione mi sembra di rifarmi molto a quello che il romanzo suggerisce. Mattia Pascal è un ragazzone alto, dinoccolato, impacciato, con un occhio strabico, dei capelli veramente particolari. Il viaggio che viene compiuto nello spettacolo è strettamente introspettivo, siamo davanti ad un personaggio che ha la sventura di provare cosa significa non avere più la certezza del nome, è come se privato del nome che ti identifica non sei più libero di fare ciò che vuoi. continua a leggere
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Si chiama Sesto potere ma in maniera larvata l’ultimo non esclude i primi cinque.
Si parla tanto dei poteri forti, ma quali sono?
Primo potere: legislativo. Secondo potere: esecutivo. Terzo potere: giudiziario. Quarto potere: stampa. Quinto potere: la televisione. Sesto potere: internet e i social. Il più infimo, il più pericoloso e pernicioso.
Lo spettacolo di Davide Sacco punta a mettere in luce proprio questo aspetto molto spesso sottovalutato dalle masse e tanto praticato ma, per chi ne fa uso, anche tanto “invisibile”. continua a leggere