Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Loro si chiamano Maria (Lucia Lavia) e Anna (Giulia Galiani), ma in realtà non hanno un nome. Sono due donne, due vittime, due carnefici. Due atomi composti da piccole particelle subatomiche di protoni, elettroni e neutroni. Due donne che non hanno nulla da perdere perché hanno già perso tutto, tranne i ricordi e il dolore.
Trascorrono la loro grigia esistenza in una stanza grigia, con un letto a castello grigio anche quello, un comodino grigio, delle lenzuola grigie, abiti grigi e pile di quotidiani ammassate alle pareti, anch’essi grigi.
E, come l’elettrone e il protone, costituiscono un unico atomo che danno vita alla materia. continua a leggere
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Quattro viaggiatori sono appena saliti su un treno che da Palermo li condurrà a Torino. Durante il viaggio, per ingannare il tempo, raccontano episodi con strane e machiavelliche coincidenze che inducono a pensare di essere frutto di un diabolico disegno. C’è chi crede a queste “coincidenze”, chi invece no.
Su una tratta non ben definita, ad un certo punto, salgono anche una signora di mezza età col nipote. Affascinati anche loro dai morbosi racconti degli altri quattro passeggeri, s’accodano anch’essi a narrare di fatti e dicerie di cui sono a conoscenza.
S’alternano così momenti di ilarità a momenti da brivido perché anche il riso, in certe occasioni, può assumere sfaccettature inquietanti simile alla maschera di un clown. continua a leggere
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«Non si potrà mai comprendere veramente l’altro, il diverso da noi, ma si può tentare di andargli incontro e fare di tutto per capirlo». Sono le parole di Giorgio Lupano nell'intervista rilasciata a La Platea e che in Figli di un Dio minore interpreta James Leeds, un insegnante di logopedia in un istituto per sordi.
Lo spettacolo, in scena alla Sala Umberto dal 10 novembre, ha il merito di portare e offrire al pubblico tanti messaggi diversi tra loro, ognuno in grado di condurre lo spettatore all’essenza della storia: l’incomunicabilità.
Il primo messaggio è quello della diversità, intesa nel senso ampio del termine, che sul palco è rappresentata tra sordi e udenti. Il secondo è l’incomunicabilità, la difficoltà data dalla incomprensione tra due persone che parlano due lingue diverse, il terzo è l’integrazione di due mondi dissimili: uno fatto di rumori, suoni, musiche; l’altro di silenzi, di gesti, emozioni. continua a leggere
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“Io non sono uno di quei cattivi scrittori che dicono di scrivere solo per se stessi. C’è una sola cosa che si scrive per se stesso, ed è la lista della spesa. E quando hai comperato le cose che dovevi, puoi distruggerla. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.”
Umberto Eco
Per la prima volta la stagione romana del Silvano Toti Globe Theatre diretto da Gigi Proietti si apre con uno spettacolo inconsueto. Abituati a vedere in scena da più di quindici anni le opere del Bardo, questa volta a mettere in discussione la paternità dei capolavori attribuitigli ci pensa un testo scritto e diretto da Stefano Reali: Shakespeare & Cervantes in Ghost Writer. continua a leggere
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La sirenetta in versione live action è quello che tutti, grandi e piccini, si aspettano ma anche quello che non si aspettano. La pellicola di Rob Marshall – che per Disney aveva realizzato il quarto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi e Il ritorno di Mary Poppins – è la riproduzione fedele del cartone animato del 1989 con delle piccole aggiunte, molto riuscite.
Qualche esempio? La regina - interpretata da Noma Dumezweni - madre del principe Eric, di cui nel cartoon non v’è riscontro; oppure il maggiore spazio concesso all'approfondimento del protagonista maschile, che in questa versione canta, mentre nell'originale i numeri musicali vedevano al centro soprattutto Ariel.
La storia è nota. continua a leggere
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"Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare."
(Hermann Hesse, Poesie d'amore Newton Compton Editore 1989)