CHI SONO
Mi chiamo Costanza Carla (in realtà mi chiamano gli altri perché sono sempre occupata in altre faccende e non ho il tempo di chiamarmi) e di cognome faccio Iannacone.
Alt. Ho già sbagliato. Ma sbagliare è quel che mi riesce meglio, quindi ricominciamo.
All’anagrafe di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, in un lontano aprile del… cavolo chiedete l’età ad una ragazza, non lo sapete che da galateo non si chiede l’età ad una signorina?
Ah non lo sapete? Allora leggete il galateo!
Dicevo, in un lontano aprile di tanti anni fa, all’anagrafe di San Giovanni Rotondo (sempre in provincia di Foggia che nel frattempo non si è spostata) i miei genitori mi registrarono col nome di Costanza Carla Iannacone anche se la famiglia, i parenti, gli amici, i fratelli e le sorelle (acquisiti e non) mi hanno sempre chiamata Carla.
Questa faccenda del doppio nome mi ha sempre creato non pochi problemi: nelle pagelle scolastiche, nel diploma di laurea (ebbene sì, ho una laurea anch’io anche se non sembra ed ero pure sul punto di prenderne un’altra pensate un po’…), nella patente, negli attestati c’era chi si divertiva a riportare il nome per intero (Iannacone Costanza Carla), chi solo Iannacone Costanza (famo prima) e chi Iannacone Carla (te chiami Carla, sì?).
Pertanto sono giunta ad una decisione. Tagliamo la testa al toro e chiamatemi Charlie, come Charlie Brown. È il nome dove mi sento più a mio agio.
Charlie Brown è Il personaggio creato negli anni cinquanta da Charles Monroe Schulz. Retorico descriverlo, la sua fama è pari a quella di Diabolik. La fama però è l’unico aspetto che condivide col ladro più famoso di Clerville.
Charlie Brown è un perdente. Non vince mai. Né nello sport, né in amore, né in altro campo.
È spesso succube delle vessazioni della sua sorellina Sally nonché di Lucy Van Pelt, sorella del suo migliore amico, Linus. Dotato di una dolcezza infinita e di animo buono, proprio per questo i suoi compagni sono adusi ad approfittarsi di lui.
È sensibile, timido, introverso, goffo, insicuro di sé, pieno di ansie e di paure. Ma è anche caparbio, non molla mai e quando cade trova sempre un modo per alzarsi.
Charlie è il nomignolo con cui mi chiamavano gli amici del liceo, non ricordo a chi di loro venne in mente di tradurlo dall’italiano all’inglese (da Carlo/Carla a Charles, a Charlie). Da allora sono Charlie, anche per tutte le persone che sono succedute negli anni dopo i miei compagni delle superiori. L’ho indossato per così tanto tempo questo nome che è come se ce l’avessi da quando mi hanno tirata fuori dalla pancia di mia madre. Se guardate bene è lì, sul registro ufficiale dell’atto di nascita. C’è scritto semplice semplice: Charlie.
Questo in teoria.
Nella pratica non so chi sono.
Certe mattine mi sveglio che ho 80 anni, altre mattine 40, altri giorni 10, altri 20 e altre volte 9 mesi e quindi, a seconda dell’età che mi sento, partorisco fantasie o riflessioni dettate da quel che mi suggerisce l’INPS oppure la botta in testa dopo l’ennesima caduta dal seggiolone.
Pertanto è inutile chiedermi quanti anni ho dato che non lo so neanch’io, accontentatevi di sapere che ho quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, poi chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdàmmoce ‘o ppassato, domani è un altro giorno, ai posteri l’ardua sentenza e a caval donato non si guarda in bocca (sigla!).
Questo sito non ha alcuna pretesa, nel senso che vorrebbe essere un blog letterario ma alla fine troverete un po’ di tutto, pensieri, storie, aforismi, recensioni… una sorta di Pensatoio di Albus Silente (come chi è Albus Silente? Non avete letto la saga di Harry Potter? Vabbè, leggetela).
Devo inoltre avvisarvi che, come tutti gli esseri umani e non umani, dispongo di una parte sana e una parte malata del cervello, ragion per cui tutto quello che leggerete sarà il prodotto della parte buona della materia grigia, oppure totale incoscienza o delirio, che dir si voglia (il 99% dei casi).
Confido pertanto nella vostra misericordia divina, ergo cortesemente non lanciate cicoria, pomodori, zucchine, cavolfiori ché i prodotti ortofrutticoli costano (purtroppo sono arrivati alle stelle) e c’è gente che non può mangiare (portate rispetto). Al massimo lanciate fragole e ciliegie che ne sono ghiotta.
Questo è un esperimento, può riuscire come non può riuscire. Per una volta vorrei essere ottimista come il mio caro bambino dalla testa rotonda al quale gliene capitano di tutti i colori ma, in fondo, è e resta sempre un inguaribile ottimista.
E perché, in fondo, io sono Charlie Brown.