Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Imparare ad ascoltare
Si tu vales bene est, ego valeo.
Osservate bene quest’immagine. Attenzione: l’immagine, non quello che c’è scritto (altrimenti è troppo facile). Fate uno sforzo.
Un bimbo che suona al suo pianino (Schroeder) e una bambina (Lucy) che lo ascolta e lo osserva (o viceversa).
Essendo un’immagine priva di balloon, quel che salta all’occhio è l’attenzione che Lucy rivolge a Schroeder mentre suona. C’è partecipazione, concentrazione, condivisione. Lo si nota dalla postura eretta, il viso rivolto direttamente a lui e dalle mani che tiene allacciate dietro la schiena.
Dall’altro lato c’è Schroeder il quale, pur essendo impegnato a pigiare sui tasti del pianoforte (le due “virgole” disegnate sopra le mani di lui simboleggiano il movimento delle dita e le vibrazioni delle note riprodotte sullo strumento) non significa che stia suonando solo per se stesso. Potrebbe, ma nel momento in cui nell’ascolto si inserisce una seconda persona la musica non appartiene più ad un solo soggetto, diventa un prodotto accessibile e usufruibile anche all’altro (in questo caso a chi ascolta).
È un’immagine che colpisce per quello che suggerisce – e lascia immaginare –, pertanto molto bella. Utilizzabile anche come il punto di partenza per costruire una storia o fiaba per bambini.
Ad esempio, mentre sto scrivendo, sono tante le suggestioni che mi stimola questa foto. Provo ad elencarne qualcuna: dolcezza, serenità, candore, speranza, insegnamento, futuro, infinito, piacere, felicità, spensieratezza, empatia… potrei continuare ancora e stare fino a stasera a guardarli: uno che suona, l’altra che ascolta.
Cosa suona Schroeder? Bella domanda. Una melodia lenta? Veloce? Sceglie note tristi o note allegre? Nel primo o nel secondo caso non ha importanza, potrebbe trattarsi anche di una musica stonata, il suono ha comunque attratto l’orecchio di Lucy.
C’è poi un’altra cosa che ci dice questa foto: Lucy e Schroeder sono i personaggi complementari della storia. I protagonisti della scena sono la musica in primis, e l’ascolto.
Ed ecco che qui entra in ballo – per restare in tema di musica – la massima riportata nella vignetta: “la musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare”. Tadàààààà!!!!! Ecco spiegata l’assenza dei balloon.
Quando si ascolta non c’è bisogno di parole, è un esercizio che si fa con le orecchie e con il cuore. Quando state guardando un programma in televisione, quando tenete accesa la radio, quando un amico, un parente, un fratello, sorella, vostro padre o vostra madre vi parla, in quel momento non stanno parlando tanto per parlare ma perché si aspettano che venga data loro retta.
Supponiamo che stiamo assistendo ad un comic show, anzi alla presentazione o preview di un comic show tramite la pagina facebook di un personaggio. Qualcuno penserà: “eccolo qua il solito soggetto che cerca visibilità” commettendo il solito errore di essere vittima del pregiudizio e della mentalità del conformista, chiudendosi a priori alla comunicazione (che, tradotto, significa «manco t’ascolto» oppure «te guardo ma nun me frega ‘na ceppa di quello che stai a di’»). Ebbene, può anche essere che il personaggio stia cercando visibilità, ma in quel frangente si sta rivolgendo ad un pubblico o a qualcuno nella speranza di essere ascoltato. Perché negargli cinque minuti?
E poi, pensateci bene: in un mondo dove chiunque cerca visibilità, la visibilità o la notorietà la si ottiene solo se riesci a catturare l’attenzione e (perché no?) l’ascolto delle persone. Se tutti siamo impegnati a dire o a postare questo o quello sui social senza manco stare ad ascoltare l’opinione altrui – ma con la convinzione stupida oltre che sbagliatissima che tanto comunque faccio o penso ho ragione io e tu no – che senso ha allora cercare la visibilità? Diventa un’azione fine a sé stessa che non produce confronto e condivisione (condivisione: con + divido, ovvero divido con) ma solo guazzabuglio e rivendicazione a primeggiare (gli haters vi dicono niente?).
Quindi pensateci non due, ma dieci volte prima di compiere un gesto o un’azione. Interrogatevi sul senso di ciò che fate.
E, soprattutto, imparate ad ascoltare.
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