Charlie Brown

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)


Così, per farla breve ti dico che sto bene


Sto male quando ti vedo.
Sto male quando non ti vedo.
Sto male quando non ti sento
e quando ti sento
la sensazione di star bene dura poco
perché sono un granello di sabbia in mezzo a tanti granelli
che cacci via dai pensieri come cacci via la forfora dai capelli.
Sto male quando sento la tua voce
sto male quando ti inserisci in un discorso
sto male quando ti agganci ad un pensiero
sto male perché sei sogno.
Così, per farla breve
ti dico che sto bene
perché faccio prima a dire che sto bene
invece di spiegarti perché sto male,
il tempo per dirtelo mi manca
e anche se lo avessi
non sarebbe mai abbastanza per dirti quanto mi manchi.
Non devi preoccuparti.
Va tutto bene.
Sì, sto bene.

Tu, però, non ci credere.


                              (Charlie)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 27/09/24

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Un temporale in città


Indossava un abito di "terra-cotta",

e siamo rimasti, a causa della tempesta battente,

nella nicchia asciutta della carrozza,

anche se il cavallo si era fermato; sì

immobile

ci sedemmo, comodi e al caldo.

Poi l'acquazzone cessò, con mio grande dolore,

e il vetro che prima aveva coperto

le nostre forme

si alzò e lei uscì di corsa

verso la sua porta:

l'avrei baciata se la pioggia

fosse durata un minuto di più.


                      (Thomas Hardy, 1893)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 21/09/24

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Le mani


Quando ti ho preso le mani

ho capito

come sei giovane.

Le mie dita sono sottili:

si plasmano alle cose

e a lungo ne conservano

l’impronta –

per uno spino sanguinano,

per una piuma tremano

di dolcezza.

Le mie mani son così pallide:

attraversate dalla vita

in ogni senso – come

da lunghe vene

azzurre.

Forse la loro pace

è fra i tenui riccioli

di un bimbo.

Le tue dita sono rudi:

afferrano le cose

per esserne padrone,

non si scalfiscono a nessuna

pietra.

Mani di colore vivo,

che hanno toccato solo

quel che hanno scelto –

mani che sanno scavare

nella ghiaia dei fiumi,

nel fango delle grotte,

per estrarne tesori.

Non tu,

ma le tue mani giovani

dicono alle mie mani,

a me: Come siete

vecchie.


(Antonia Pozzi, Desiderio di cose leggere Salani Editore 2018)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 09/09/24

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Il regalo



Non ricordo quando è stato

la prima volta che ti ho incontrato.

Ma ricordo i tuoi occhi

muti

fissi davanti a uno specchio

che non conoscevano parole,

ma solo numeri

e un numero ero

nei tuoi occhi di cielo.

Volevo farti ridere

per il gusto di veder spalancati i tuoi orizzonti sul mondo

due giorni

due ore sole avevo

per poterti abbracciare con gli occhi.

Non sapevo chi eri

cosa facevi durante il giorno

avevi una croce sul collo

ti guardavo e pensavo:

“Questo ragazzo ha un cuore d’oro”

ma non sorride mai;

recitavi il ruolo da adulto

ma non ti stava mica bene sai,

come un vestito da sposo troppo lungo e sformato sulle spalle,

provavo a farti ridere

ma sulla tua bocca neanche la bozza di una risata.

E poi eccola, eccola lì

la virgola che si disegnò all’improvviso sulle labbra

neanche il tempo di accorgermi quanto fosse bella

ché il cielo mi fece scoprire stolta e inadeguata.

Per la prima volta ridesti

e io confusa trovai sollievo e imbarazzo

perché certo e scanzonato pensasti

“Questa è pazza!”.

Non ricordo quando stringesti le mie mani fredde

dita che si posavano nei palmi delle tue mani

fragili e pallide

annusavano il profumo della tua carne

scavavano nei solchi delle linee per rubare colore

e un istante della tua vita.

Un giorno

un’ora sola avevo

per farti sorridere

per vederti ridere.

Chissà se hai mai capito quanto amore nascondevo in quel gesto

un presente restituito al mittente

colmo di scherno.

                                               

                                                                            (Charlie)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 09/09/24

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Stranieri


Che bello era sognarti di notte

la testa sul cuscino

la pelle accarezzata dalle lenzuola,

immaginare le tue mani di porcellana accarezzarmi le guance, le labbra, il collo,

molestarmi una spalla.

Avevo freddo

ti sei tolto la giacca

e sotto il bianco latte della luna

mi hai visto la schiena nuda

prendendoti cura delle mie debolezze e delle  mie paure.

Non ci siamo detti granché, 

non ci siamo detti nulla quella sera

raccontavano ogni cosa le nostre mani, le nostre bocche

sotto un cielo truccato di polvere di stelle

e lucidalabbra rosa luna alle due di notte.

E t'avrei baciato fino all'alba

fino a quando non mi avresti riportata a casa,

non è tra queste pareti, questi corridoi, queste finestre, questi lampadari

che voglio stare

ma vivere nelle tue braccia,

non conosco un posto al mondo migliore di questo

esplode il mio cuore quando poso l'orecchio

e sento esplodere il tuo amore in petto.

Com'era bello baciarti sopra il ponte

lontano dalla luce del lampione

mentre il silenzio defluiva lesto d'in su la corrente del fiume;

ti sgualcivo il colletto della camicia

infilavo una mano e ti toccavo il collo con le dita,

tra una pausa e l'altra tu mi guardavi

e mettevi il mio mondo sottosopra,

tra un bacio e l'altro tu mi toccavi

e ci amavamo più di prima, minuto dopo minuto,

ancora e ancora...

Ce l'avevi anche tu la paura d'amare

ma, in fondo, non mi hai mai detto niente

ti divertivi a scoprire e a immaginare

il mio corpo nudo baciato dalle tue mani di neve

perché il profumo dell'amore era forte.

Eravamo stranieri in terra straniera

e tu la mia dannazione...

Quando hai conosciuto i miei occhi la prima volta

ho capito che mi avevi trovata

ma eri troppo grande per pensare che mi avresti amata,

nei tuoi spazi, nelle tue reticenze, nei tuoi alibi

chissà chi o cosa occupava il primo posto nel tuo sonno

se dietro la scrivania ero già la tua malattia confusa tra i punti all'ordine del giorno.

Nella coltre di velluto nero della notte

ci arrischiamo ad amare,

finalmente posso stringerti

dirti a morsi quello che a parole non riesco a dirti,

mi chiamavi seta aprendomi ai segreti del tuo corpo

le tue mani che mi assaggiavano sulla stoffa dei vestiti,

le tue mani, le tue mani fiordilatte

sono tutto ciò che voglio.


                                                   (Charlie)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 22/08/24

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Scienza



Guardavo i suoi occhi,

e facevo l’amore col suo cervello.

Gli accarezzavo il cervello,

e facevo l’amore col suo cuore.

Gli sfioravo il cuore,

e facevo l’amore con le sue mani.

Gli leccavo le mani,

e facevo l’amore con le sue dita.

Gli suggevo le dita,

e facevo l’amore col suo corpo.

Gli toccavo il corpo,

e facevo l’amore con Dio.

E lì,

nell’estasi,

per la prima volta ci incontrammo,

riconoscendoci.

                             

                                    (Charlie)

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Poesia | Commenti pubblicati dagli utenti : 0 | Data : 26/07/24

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