Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Appoggiami la testa sulla spalla:
ch’io ti carezzi con un gesto lento,
come se la mia mano accompagnasse
una lunga invisibile gugliata.
Non sul tuo capo solo: su ogni fronte
che dolga di tormento e di stanchezza
scendono queste mie carezze cieche,
come foglie ingiallite d’autunno
in una pozza che riflette il cielo.
(Antonia Pozzi)
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"La mia carezza scivola disegnando una curva.
Tu ricorda: è la curva più dolce e più bella
perché assomiglia alla curva del cuore"
(Charlie)
Bambole rotte
ballano in qualche sogno
nei sonni degli altri – di chi le ha
e di chi non può averle.
Bambole rotte
mi agitano il giorno
si muovono scomposte
cantano a squarciagola,
voci stonate
piegate dalle risate
spezzate dalla fatica, dalla malattia
trattenute dall’amore che vuole vederle avanti.
Bambole rotte
che non tengo nei cartoni
sono nella stanza dei giochi del cuore;
c’è chi si regge su una gamba
quella a cui manca un occhio
a un’altra il vestito –
spettinate dalla vita –
e poi c’è quella senza braccia.
"Vecchie", direte
potreste confondervi se mi diceste di buttarle
quelle ragnatele sulla loro pelle
sono il biglietto dei lunghi viaggi nel tempo
le battaglie per passare di mano in mano
a un bambino
a un ragazzo
a un uomo
a uno specchio,
sfidando la sorte
giocando a chi è più forte.
Le mie bambole sono rotte perché hanno resistito all’urto del nemico
che a ognuna ha tolto un pezzo
ma quello che conta è integro.
Sì, queste bambole sono belle
perché sono tutte rotte
perché è la loro (im)perfezione
che mi commuove e mi fa tremare il cuore.
(Charlie)
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Autunno
e gli alberi si spogliano.
Il cuore non ce la fa a scaldarsi da solo.
Autunno
un acquerello di colori
un altro anno andato,
quanto tempo sprecato nell'inerzia e nel silenzio.
Autunno
tempo di pioggia
fa freddo,
le mani e le braccia si scaldano -
non le mie che abbracciano il vuoto.
Autunno
la malinconia bussa alla porta
e le promesse dell'estate non sono più streghe al vento
occasioni che diventano vita
e si trascinano sino alla morte.
Ma la mia stagione è diversa,
sorrido, malgrado la fame d'aria -
se mi spacchi il petto
vedrai gli occhi al posto del cuore
il sale invece che il ferro.
Ho sete di poesia
e fatico a darti un nome
ho paura anche solo a pronunciarlo
faccio finta di non conoscerlo.
Autunno
e cala presto la sera
a questo spazio così immenso e senza luce
darò la schiena
il mio corpo leggero di sogni e nuvole
è residenza di cicatrici maleolenti di marciume.
(Charlie)
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Vorrei poterti dimenticare con un “ciao”
ma so che non sarà mai un punto d’arrivo, solo di partenza.
Quanta distanza c’è tra due che conosco?
Come si misura l’amore da distribuire in quattro lettere
perché non trabocchi, per non sfigurare
quando sono davanti a te?
Vorrei poterti scordare con un “ciao”
ma so che non sarai mai un punto d’arrivo, solo di partenza.
Allora, se devi andare vai
non aspettarmi
portati tutti i miei sogni, le mie speranze, i miei cocci
mentre saluto ancora una volta quel che resta di me
dopo l’ultima volta che mi hai rotta.
Ciao,
vorrei poterti salutare con un bacio
ma non potrò fermarti –
ovunque tu sarai mi inventerai
ovunque io sarò ti cercherò in un “ciao” pronunciato a mezza voce
quanto amore si nasconde dietro quattro lettere?
Ciao,
se devi andare vai –
non ti trattengo
un peso in meno sulla coscienza
graffito che insulta le pareti del cuore e non lo lascia respirare.
Vorrei poterti dire addio con un “ciao”
ma so già che non è facile,
metterti un punto e basta invece di un punto e a capo.
Vorrei poterti allontanare con un “ciao”
analizzare la dolcezza e l’amarezza dei confini di un saluto,
solo una parola
l’eco di un sussurro,
“ciao”
per non lasciarti andare –
se te ne vai
passa a trovarmi in uno dei tuoi ricordi
dove ti aspetterò
per dirti: «Ciao».
(Charlie)
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"Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare."
(Hermann Hesse, Poesie d'amore Newton Compton Editore 1989)
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Questa notte indosserò una nuova pelle.
La tua.
Questa notte indosserai una nuova pelle.
La mia.
Scambiamoci la pelle come ci scambiamo i baci, le carezze, le mani
Fai quel che vuoi di me
Prendi tutto di me
Ma non scambiarmi con qualcun'altra.
Bruciami le parole nella bocca
Il fiato con il fiato
Infiammami la passione con il cuore
E no, non darmi un altro dolore
Che sia altro dalla tua bellezza.
Fai già male così
Come rosa canina che mi profuma i pensieri e la carne
Vorrei pizzicarti il desiderio con il mio
Scambiamoci l’amore, i sogni, il cuore
Che abbiamo della stessa taglia
Perso nel fragore di una storia senza idioma.
(Charlie)
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