Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Ho contattato l’Inps per capire quali problemi avessi, nello specifico:
Ho aperto il messaggio e ho letto il responso: nun ce provà.
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Caduti so' caduti
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Si tu vales bene est, ego valeo.
Navigando in rete sono scivolata su questo post. Come si può notare, è una foto scattata su un tratto di strada (non ben precisato) poiché scopo del fotografo è stato quello di regalare una considerazione (non banale, ammettiamolo) del poetico autore che ci ha voluto consegnare questa massima.
Ebbene, quanto riportato dal poeta non è per niente scontato. Anzi.
Ah, per “poeta” mi riferisco a quello che ha scritto col pennarello nero e non rosso.
E i due piccioni, no piccioncini (ce vo’ coraggio a parlà de piccioncini in una circostanza del genere), situati in cima al muro di fronte, sotto il guard rail, sembrano essere d’accordo (in verità uno se gratta il… ehm… vabbé, passiamo avanti).
Tornando al pensiero dell’autore (partorito dal cuore), ad osservarla bene ‘sta frase un po’ me viè da piagne. Perché?, direte voi, a me me viè da ride’.
Non scherziamo.
Non offendiamo un animo sensibile che ha voluto lasciare un chiaro segno della croce che si porta dietro (senza voler esser blasfemi si parla di Gesù, quindi ci sta) e, per giunta, si dimostra anche educato e sincero nei confronti di nostro Signore (a chi confessare i propri peccati se non a Lui?). E poi notate il sentimento, il phàtos, la disperazione che prova nel mostrarsi dispiaciuto di fronte ad una dichiarazione d’amore (altrettanto sincera), che pare quasi tramortirlo.
Io non so se uno dei due Gesù lo ha incontrato (forse l’autore a sinistra è un prete), il poeta no di sicuro perché, con tutto il rispetto e la crianza parlando, andava di fretta. L’urgenza è palese: assecondare moglie e amante non deve essere un gioco da ragazzi (certo se riesci sei un genio), in più mettici che devi possedere anche grandi doti attoriali pe’ sparà ca...te a tu’ moglie dopo aver passato ore soddisfacenti con l’altra tua dolce metà.
Insomma ‘sto povero cristo (perché sempre di Santi si parla) deve esse’ messo parecchio male.
Postilla: a osservarli bene poi ‘sti piccioni non è che a loro interessi granché dei guai del poeta…
Comunque volevo dire a Gesù che sono contenta che ci ami (e soprattutto che ce lo scriva sui muri), e alla gente che non è vero quando vi dicono “non credete alle stupidaggini ché tanto Dio non esiste” perché Dio esiste e ce ne dà pure dimostrazione (vedi foto).
Sempre per dovere di cronaca l’autore del pennarello rosso non è un prete, è Gesù che oltre a morire, resuscitare, salire al cielo e sedere alla destra del Padre, ascoltare i peccati dei peccatori e scegliere chi mandare in Paradiso e all’Inferno è anche scrittore e drammaturgo. Di drammi infatti ne scrive parecchi, ne è pieno il mondo! (so’ soddisfazioni, Gesù).
Ma non disperare: nonostante le mogli, le amanti, i mariti e gli amanti e tutta la peste che ci affligge, Ti vogliamo bene lo stesso pure noi. Atei a parte.
Nonostante i drammi (a proposito, mi serve un soggetto per il prossimo romanzo di mia personale personalissima stesura: mi dai un segno anche qui di quelli belli come sai fare Tu oppure faccio io?), tutto sommato mi sento di dire che ogni tanto qualcosa di buono avviene su questa faccia della terra (dall’altra parte della faccia non so come stanno messi, prego chiedere all’ufficio informazioni in fondo a destra). Io, per esempio, il mese scorso ho conosciuto una bellissima persona – sia dentro che fuori – che ho amato appena l’ho vista (l’ho udita, l’hai prima udita Carla, poi l’hai vista!).
Si chiama Maria e lavora presso un B&B di Napoli, di più non posso dire altrimenti faccio pubblicità e mi chiudono. Già è tanto che mi fanno stare fuori (grazie Franco Basaglia, pure a te ti voglio bene), poi se esagero riaprono i manicomi.
A proposito di manicomi… la mia testa è tutta un manicomio (criminale, perdindirindina), nel senso che non mi accompagno alle persone reali durante il giorno e la notte (sia beninteso: per reali intendo gente in carne ed ossa, non Sua maestà il Re), bensì a personaggi reali che si possono incontrare solo nel mondo della letteratura o dei fumetti. È vero non sono di questo mondo, vado spesso a trovarli perché di là si sta meglio che di qua, sebbene anche loro hanno problemi simili ai nostri. Per questo se mi leggete sparlare la colpa è la loro, non mia (Ego te absolvo a peccatis tuis, in nomine Patris et Fili et Spiritus Sancti. Amen, il fil rouge è sempre quello in foto).
Parafrasando un altro scrittore napoletano che dice di avere un condominio nella testa, io contrattacco affermando di avere un manicomio nella capa (e si divertono a suonare pure i jingle nell’ora d’aria, questi…). Funziona così: mentre sto parlando o scrivendo, insomma mentre sto cercando di mettere su una frase di senso compiuto, una parola che vien fuori dalla bocca di ‘sti soggetti che popolano la struttura mi fa partire una musica in testa (“sarà capitato anche a voi/di avere una musica in testa/sentire una specie di orchestra/suonare suonare suonare suonare/zum, zum, zum, zum, zum, zum, zum, zum, zum, zum…”).
Ecco, appunto.
Per personaggi, o amici che dir si voglia, con cui mi accompagno ne parlerò un’altra volta. Vi basta solo pensare – o immaginare, che è il lemma che più mi piace – che se riescono a crearmi nella testa tutte queste connessioni, non è perché mi smerciano la droga sottobanco (anche se per me di amfetamina comunque si tratta), ma perché sono in grado di generare una magia ancora più potente di quella che possono dare gli stupefacenti.
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Il sarcasmo
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