Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Si tu vales bene est, ego valeo.
A settembre ricomincia Amici e tutta la trafila dei programmi superstar, supertalenti, super over, post office targati Maria De Filippi.
Non che mi importi qualcosa, senza offendere nessuno tantomeno Maria, ma è proprio per la padrona di casa che voglio spendere due parole.
Cominciamo col dire che non sono un’appassionata dei programmi che ho testé citato. Seguo ogni tanto Amici perché mi piacciono la musica e la danza (un tempo seguivo tutte le puntate di Ballando con le stelle, ho frequentato e frequento corsi di ballo latino americani dove ballo con un gruppo di scellerate, ma di questo ne parlerò prossimamente), e nemmeno arrivo alla fine della puntata che spengo la TV.
La ragione è delle più scontate: non mi piace la polemica, gli strilli, gli insulti, il parlare l’uno sopra l’altro in un contesto dove chi ascolta (ammesso che ci sia qualcuno che ascolti) non capisce una mazza. In parole povere, non mi piacciono e non seguo programmi che servono solo ad esaltare il proprio ego e la propria vanità.
Amici è uno di questi. Ci sono dei professori di danza e di canto (e quindi è giusto che ci sia una valutazione, ma non trovo corretto che la valutazione esuli da un esame obiettivo e concreto delle capacità di un ragazzo/ragazzo fino ad offenderlo e ad umiliarlo solo per raccogliere audience), c’è il pubblico in studio e a casa (e tra i due non si sa qual è peggio), ci sono gli allievi, e c’è una giuria esterna pronta a giudicarli (e qui casca l’asino, e anche qui il termine utilizzato non è casuale).
Passiamo avanti perché non è del target del programma che voglio discettare che, per essere un format di spettacolo, è pensato e realizzato anche bene, ma credo, e la si prenda come una umilissima opinione personale, che l’unico punto forte di tutto ciò stia proprio nella padrona di casa. Santa Maria di Mediaset.
Santa Maria perché l’appellativo se lo merita tutto. Può piacere e non piacere, ma nessuno può dire che non sia una donna capace, brava, brillante, intelligente e molto, molto, molto empatica.
Maria piace a tutti. Maria piace proprio per questo. Maria ascolta, osserva, capisce, previene, percepisce, consola, aiuta, raccoglie, cura. Maria è la persona che tutti vogliamo e che sogniamo al nostro fianco; per questo è venerata, ossequiata, esaltata. Per anni mi sono chiesta cos’è che avesse questa donna da ottenere così tanto successo, ammirazione, riscontro, amore e rispetto da parte del pubblico e non solo. Il mio errore era associarla ai programmi che conduce – è una considerazione stupida, banale, okay, prendetela come volete, ma trovo che siano discrepanti col suo modo raffinato di essere – arrivando alla conclusione affrettata, e pregiudicante, che persona/conduttore/conduttrice uguale programma.
Poi c’è stato un quid che mi ha fatto cambiare idea. L’ho osservata, e l’ho osservata bene. E mi sono accorta che non è come tutte le altre presentatrici e presentatori, perché lei è speciale. Non presenta, conduce. Ti conduce e introduce. Conduce gli allievi, gli ospiti, le comparse, e poi si fa da parte. Lascia fare, e parlare, a te (te inteso come il soggetto a cui dà la parola). E osserva. Lei non esiste più, diventa pubblico anche lei (quasi si surclassasse). Dice: “non sono io il protagonista, il protagonista sei tu e quindi a te spettano gli applausi, gli onori di casa, anche se sei a casa mia”.
Capite bene che un comportamento di tal genere non può che piacere, suscitare rispetto, devozione, deferenza da parte di chicchessia (voglio essere Maria De Filippi).
Non è un caso che tutti vogliono conoscerla, che quando si trovano al suo cospetto pare si trovano al cospetto della Madonna in carne ed ossa per far loro la grazia (e la grazia e i miracoli Maria di Mediaset li fa veramente, infatti si chiama Maria come la Madonna e tra un paio d’anni ce la ritroviamo nella nicchia delle chiese – al posto della Madonna – insieme a San Giuseppe, San Ciro, Sant’Antonio, San Rocco e San Giovanni).
Accendete un cero a Maria. Vuoi la grazia? Vai da Maria. Vuoi una spalla su cui piangere? Vai da Maria. Ti vuoi sposare? Vai da Maria. Vuoi cantare? Vai da Maria. Vuoi qualcosa, che vuoi, una parola di conforto? Ci pensa Maria. Hai un problema? Sta Maria, che problema c’è?
Tutti abbiamo una Maria nel cuore (avanti, chi comincia oggi la seduta psichiatrica di gruppo?).
Comunque Santi e scherzi a parte (scherza con i fanti ma non scherzare con i Santi e no, non è il programma Mediaset Scherzi a parte) sono dell’idea che bisognerebbe fare un fumetto su Maria. Non ci avete ancora pensato, eh?
Mi fa ridere che Luciana Littizzetto quando parla della Maria ne parla, ironicamente, come una che ‘n fa ‘n cazzo (sono stata volgare e me ne scuso, ma è per rendere e riprendere quello che dice la Littizzetto), “Lei conduce seduta su un gradino. Lei conduce guardando. Ogni tanto la inquadrano, giusto per contratto, lì col microfono in mezzo alle gambe, che pensa ai cacchi suoi. Insomma, lei guarda. Delle volte neanche dalla parte giusta. Seduta così, accasciata quasi, sembra una che ha appena perso il treno. La chiamassero a presentare Sanremo, si siederebbe in platea con una birretta. I cantanti entrano da soli, cantano, escono e lei ogni tanto annuncia con la voce di Rocky: pubblicità” (da Madama Sbatterfly di Luciana Littizzetto, ed. Mondadori, 2012).
Seduta che pensa ai cacchi suoi? Che fa Maria? Guarda? A Lucia’, se è cosa semplice quello che fa Maria perché gli altri non riescono a farlo?
Se mi chiedessero a quale vip vorrei somigliare risponderei senza remore Maria De Filippi. Dice: perché non Dua Lipa, Belen, Monica Bellucci, Elodie, Elisabetta Canalis, Miley Cyrus? Perché voglio essere Maria. Mi piace Maria. (Che problemi avete?)
Ricordo una cosa che disse su di lei il compianto Maurizio Costanzo: «Toglietemi tutto, ma non toglietemi e non toccatemi Maria». Per la serie: quantunque accadesse l’apocalisse, quantunque avessi pure un rivale, ci fossero altri uomini, io Maria me la tengo lo stesso perché se me la togli mi togli l’aria, sono spacciato (Maria, io non esco).
La devozione pura. La Madonna. Appunto. (Mejo de questo che voj? Essere Belen?)
Un fumetto, un fumetto serve a Maria per consacrarla definitivamente e chiudere il cerchio della sua carriera.
E sono certa che ne sentiremo parlare.
Perché la Maria avrebbe avuto lo stesso successo di oggi, anche senza Maurizio Costanzo (il quale non è difficile capire perché l’adorasse così tanto).