Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Si tu vales bene est, ego valeo.
Non ti muovereè un libro pubblicato dalla Mondadori Editore nel 2002, autrice dell’opera è Margaret Mazzantini. Chi non ha letto il romanzo, di sicuro ricorderà l’omonima pellicola del 2004 di e con Sergio Castellitto, affiancato da Penélope Cruz e Claudia Gerini.
Non ti muovereè una storia di grande impatto emotivo, ragion per cui, da allora, ho cominciato a nutrire una passione per questo tipo di storie, che poi sono anche le mie preferite.
Penso che il merito del testo stia nel fatto che l’autrice sia riuscita a coinvolgermi non solo per la storia in sé e per sé (c’è un lui, una lei e poi una terza persona; l’incipit è un tragico incidente dove ad essere coinvolta è la figlia di lui e lei), ma per come ha scelto di adattare la scrittura al testo.
Non ti muovereè scritto in prima persona. A narrare la storia è Timoteo (lui).
L’inizio è drammatico. È un giorno di pioggia e la sua unica figlia, Angela, ha un incidente col motorino. Al momento dell’impatto non aveva allacciato il casco, per cui viene trasportata d’urgenza in ospedale per essere operata dopo il trauma cranico. Il nosocomio è quello dove lavora Timoteo, stimato chirurgo e professionista.Ѐcosì che egli apprende della tragica notizia. Da questo momento si dipana il romanzo raccontato, come dicevamo, in prima persona dallo stesso Timoteo. Quest’uomo vive un’esistenza vuota, basata sull’apparenza, sull’ostentazione della ricchezza da cui è circondato; sua moglie, Emma, è una giornalista brava e capace nel suo lavoro, interessata solo alla carriera, al successo, alle amicizie che contano, ad abiti di marca e ninnoli di lusso. Emma non è interessata neanche ad avere un figlio o una figlia (Angela arriva per caso), ha tutto ciò che le occorre: esercita un mestiere che le piace, suo marito è un noto professionista, ha una casa di tutto rispetto e altre proprietà che consentono alla coppia di vivere ed elevarsi allostatussociale che spetta loro. Timoteo è di tutt’altro avviso, come si scoprirà nel prosieguo, tanto da non riuscire a capacitarsi di come possa essere finito “nella grinfie” di Emma per la quale prova solo una grande stima e con cui condivide solo il tetto coniugale e il rango sociale, una posizione che gli sta stretta e da cui si sente soffocato. Si può ipotizzare che il suo matrimonio sia capitato per volere del destino, come quelle vicende della vita che ti portano a fare scelte (forzate) che ti conducono verso direzioni che neanche avevi immaginato (ma, soprattutto, voluto) spinto solo dall’inerzia.
La vita di Timoteo comincia quando incontra Italia, una povera disgraziata che vive ai margini della città, con gli zingari come vicini di casa. A differenza di Emma, una donna molto bella che presta cura e attenzione alla sua persona, Italia è brutta, sciatta, trasandata, non ha gusto nel vestire, si occupa di lavori marginali spostandosi di città in città, è sola e reietta. Alle spalle non ha una vita facile; abbandonata dal padre quando era piccola svelerà a Timoteo che in una occasione era stata oggetto delle attenzioni dell’uomo, così come di tanti altri che si sono approfittati di lei, e per questo è costretta a vedersela da sola. Non è sposata e il primo incontro con Timoteo avviene in una torrida giornata d’estate in un bar malmesso delle periferie, dove lui aspetta che il meccanico gli ripari un guasto alla macchina che lo ha lasciato per strada mentre cercava di raggiungere Emma nella loro villa al mare.
Non mi soffermo a raccontare tutti i passaggi del libro (consiglio vivamente di leggerlo però, anche se avete visto il film il libro è altra faccenda, altra storia, altrosentire), vi basta solo sapere che Italia diventerà l’amante di Timoteo e che i due si incontreranno spesso, prevalentemente nella casa di lei, per vivere il loro folle amore che offrirà ai due una sana felicità e la ragione della propria vita. Italia sarà il senso del vivere di Timoteo, perso in una esistenza dove non trova spunti per andare avanti, e Timoteo sarà il senso del vivere di Italia, alla quale non sembra vero che la vita possa sorridere anche ad una povera disgraziata come lei.
Non so perché in questi giorni mi è tornato in mente questo testo, una cosa però ve la voglio dire: non sono io che cerco i libri, sono loro che mi vengono a cercare. Un po’ come succede a Harry Potter quando afferma che non è lui che va in cerca di guai, ma sono i guai che vanno incontro a lui.
La gente per campare ha bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi per vivere, che sia un amico, un amore (amante, marito, moglie, compagno, compagna), un lavoro, un hobby, una passione, un figlio, un parente… se gli togli quello, cosa gli resta? Non ha più una ragione per vivere.
C’è un passaggio del libro dove Italia dice a Timoteo:«Non mi credere quando ti dico che devi lasciarmi. Tienimi, ti prego, tienimi. Vieni quando ti pare, una volta all’anno, una volta al mese, ma tienimi». Ecco, in questa frase c’è tutta la potenza (e il senso) del romanzo.
Persino il nome dell’opera,Non ti muovere, concentra la sua essenza nel senso, nella ragione, nel motivo del vivere: sembra dire “non ti muovere Italia, non andare via”; “tienimi (Timoteo), vieni quando ti pare, ma tienimi”; “non ti muovere Angela, non scappare dalla vita”.
“Non ti muovere” è una battuta pronunciata da Sergio Castellitto anche nel film (oltre che nel libro), quando le condizioni della figlia in sala operatoria stanno precipitando. Mentre le pratica il massaggio cardiaco le parla, le rammenta i momenti passati insieme, la sprona a non mollare (“un colpo e ti riprendo, le senti le mie mani Angela?”) e, nel dolore del momento, piangendo la supplica sussurrando “Non ti muovere”.Non ti muovere. Resta ferma lì, o vita. Ora che so cosa sei e perché valga la pena di stare al mondo.
Timoteo si scopre per l’uomo che è realmente solo quando si innamora di Italia, e quando lei muore, l’amore, il senso della vita trovato assieme a lei si riverserà sull’amore per la figlia Angela (che rischierà di fare la stessa fine di Italia, per questo le vicende raccontate da Timoteo sono molto toccanti).
Narrando la storia in prima persona, ogni sentimento che attraversa il personaggio è messo a nudo; quindi, quando è arrabbiato il lettore vive la rabbia di Timoteo, quando si innamora colui che legge si innamora a sua volta, vive quell’amore passionale, clandestino, furioso e violento con Italia, quando Timoteo soffre il lettore soffre con Timoteo, quando si sente inadeguato ci si sente inadeguati assieme a lui e così via. La potenza con cui vengono espresse le emozioni rendono questo romanzo indimenticabile, memorabile nella sua “ferocia” sentimentale, empatico oltre ogni limite e tristemente umano.
Badate bene, è un romanzo scritto venti anni fa, ma che farei rientrare tra i classici contemporanei. Come soleva affermare Italo Calvino, “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”.
Non ti muoverenon finisce mai di stupire (ed emozionare) e personaggi come Italia e Timoteo non si dimenticano facilmente.
Mi sveglio augurandomi ogni giorno di incontrare gente come loro.