Charlie Brown

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)


Non succede mai niente di bello… o quasi


L’episodio a cui state per assistere – ammesso che vogliate vederlo – è la puntata numero 22 del cartone animato targato anni ’80, Ransie la strega.
Tanti erano i cartoni animati che seguivo nei miei anni verdi (ahimè, ahivoi, ahinoi, ahitutti, AHIÓ! Guagliò!) ogni pomeriggio, ma Ransie era in assoluto, insieme a Pollon, quello che amavo più di tutti.
Breve sinossi per chi non conosce la storia.
Ransie fa parte di una non comune famiglia. Sua madre Sheila è una donna lupo, suo padre Boris è un vampiro e il fratellino Ronnie, seppur non si vede mai trasformarsi o esercitare magie a differenza dei suoi, ha ereditato dal padre la natura di vampiro. Ransie, come ci rende noto il titolo, è una strega. Una liceale molto carina, capelli castani, occhi azzurri, dal carattere docile, altruista e molto molto tenero. Insomma, tutto il contrario di una strega. Non fa parte dei comuni mortali, perché sia lei che la sua famiglia sono dotati di poteri magici. Le premesse per una storia macabra ci sono tutte, fatto sta che i personaggi, sia primari che secondari, invece di far paura fanno ridere, fino ad assumere carattere di demenzialità. E qui sta il bello.
Ransie si innamora di un compagno di scuola, Paul Cabor, che ama lo sport e pratica il pugilato, ma non è la sola perché anche Lisa Thompson, altra compagna di scuola, è innamorata di Paul sin da quando era piccola. Si capisce quindi che tra Ransie e Lisa non corre buon sangue, sempre in combutta per conquistare il cuore del giovanotto (che è segretamente innamorato di Ransie).
La ragazza ha il potere di prendere le sembianze di chi vuole, basta dare un morso alla “vittima” di turno e si trasforma in costui o costei. Per tornare ad essere se stessa deve starnutire.
I fattori che mi spingono ad amare il suddetto cartone animato non hanno solo una motivazione… come dire… romantica (un lui, una lei, una rivale), ma si caratterizzano per tantissimi messaggi buoni – e sottolineo buoni – che sono stati d’esempio e che hanno forgiato la mia generazione, a differenza dei cartoni animati che si sono succeduti negli anni (penso a I Griffin o a I Simpson, ma cartoni animati degenerati ce ne sono eccome).
Adesso, cominciamo col dire che parteggio per Ransie nella sua battaglia d’amore ma, in questo episodio, non posso fare a meno di stare dalla parte di Lisa. Povera piccola! Aveva approfittato di un’ottima scusa per stare una volta tanto da sola con Paul senza quella ficcanaso di Ransie tra le costole, e invece quest’ultima pensa bene di piombarle in casa con tutti gli amici per rovinarle la festa. Come se tutto ciò fosse poco, i sogni ad occhi aperti fanno pure schifo: non succede mai niente, sono ripetitivi, noiosi e anche in questo magnifico (o quantomeno dovrebbe definirsi magnifico) iperuranio Ransie si dà il suo bel da fare impedendole che succeda quello per cui si sogna che succeda.
Proprio un mondezzaio totale. Aggiungo: una situazione abbastanza comune alla sottoscritta, come la figura di memé (da non confondere con meme, la parola coniata serve solo per non utilizzare un termine più spregiativo) davanti a lui, Paul (ma chi nella sua adolescenza/giovinezza non è mai scivolato nella classica figura di memé davanti a un lui o a una lei?) quando ruzzola giù per le scale, e tanti altri fraintendimenti in corso di puntata.
Bleah, i miei sogni non cambiano proprio mai, non riesco a far succedere niente di nuovo!
Fosse quello il problema Lisa…!
Eppure, chissà perché, nei fumetti e nei cartoni succede sempre qualcosa che valga la pena… essere un personaggio di fantasia.
Anche nelle disavventure.

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Umorismo