Charlie Brown

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)


Il compagno proibito di Sauro Marianelli


Ci sono libri che ti accompagnano per tutta la vita, che anche quando hai finito di leggerli ti restano addosso per sempre.
All’inizio non lo sai, non te ne accorgi, l’incontro avviene casualmente, inconsapevolmente, un po’ come quando ha inizio una storia d’amore che non sai dove ti porterà.
A me è successo con Il compagno proibito di Sauro Marianelli. L’ho conosciuto a undici anni sui banchi di scuola, ed è stato il colpo di fulmine.

Si chiama Goro. Ha all’incirca 13/14 anni (oggi può averne venti, quaranta, sessanta, novanta – al termine della recensione verrà svelato il mistero) in realtà nessuno sa quanti anni ha perché nessuno sa da dove viene, chi sono i suoi genitori, dove abita, cosa studia, se lavora e che lavoro fa.
Intermezzo: ho scritto in realtà perché nella realtà Goro non esiste come tutti i personaggi della letteratura; in questo caso però non mi riferisco solo alla realtà concreta, ma anche alla realtà del romanzo: di Goro nessuno sa niente. È come se non esistesse, i ragazzi della sua età si tengono alla larga da lui, uniformandosi al precetto inderogabile dei genitori di non frequentarlo per nessuna ragione. Per essi Goro è il figlio del Diavolo, un ragazzo che vive per strada senza regole (da qui l’appellativo "proibito"). Eppure il ragazzo non è un molestatore anzi, sa cavarsela da solo, è in grado di gestire qualsiasi situazione autonomamente come un adulto, gira sempre con abiti puliti e in ordine, conosce tantissime cose pur se non ha mai frequentato un istituto scolastico (nonostante ciò sa anche leggere e scrivere) e non è mai stato coinvolto in risse. Ma non è nessuno, perché Goro non ha genitori, non ha amici, non ha parenti.
Damiano, anche lui adolescente, per quanto si sforzi non riesce a conseguire risultati soddisfacenti a scuola. Continuamente vessato da suo padre che lo ritiene un fannullone, il ragazzo vive un costante senso di inadeguatezza che lo porta a compiere azioni inconsuete e dagli esiti disastrosi, specialmente nelle questioni di cuore.
Con Assunta è amore a prima vista. La ragazza, figlia dell’imprenditore Toncelli, appartiene ad una buona famiglia e frequenta lo stesso istituto scolastico di Damiano (anche se classi diverse). Damiano fa di tutto per farsi notare da lei: le infila i bigliettini con scritte frasi d’amore nel cappotto, segue attività extrascolastiche nella stessa parrocchia dove la ragazza fa catechismo, le versa addosso l’acqua santiera – rischiando grosso col padre di costei che la accompagna sempre in macchina sia a scuola sia in chiesa – fa il finto bulletto tra i compagni (finto perché non gli riesce)… il tutto senza incassare la briciola di una vittoria.
La batosta arriva quando scopre che è stato escluso dalla lista degli invitati per il compleanno di Assunta, e decide di farla finita buttandosi dal campanile della chiesa. Ha programmato tutto, ha persino scritto una lettera d’addio, quel che non ha previsto è il seguito di una storia di cui ha buttato giù solo le prime righe del prologo. A dare una svolta è infatti Goro, che lo salva appena in tempo offrendogli il riscatto tanto atteso dal destino: gli propone un viaggio che li porterà alla scoperta di una civiltà antica (quella degli Etruschi) in cambio di uno specchio che vale una fortuna. Damiano, dapprima titubante, accetta di seguirlo. Come tutti i suoi coetanei conosce Goro e sa quel che si dice in giro di lui (anche i genitori di Damiano vogliono che il figlio giri alla larga dal ragazzo), ma non è per via della reputazione di Goro se all’inizio tentenna, ma è perché non sa se fidarsi della sua promessa di lasciargli lo specchio (a sentire Goro, lui è solo interessato a diventare amico degli Etruschi, non gli importa di diventare ricco, lascia a Damiano la fama di milionario).
Il compagno proibito è un romanzo scritto per la platea di adolescenti che si compone pressappoco di duecento pagine che a loro volta suddividono il libro in quattro momenti: una prima parte dove conosciamo Damiano, la sua storia, la sua famiglia, le sue peripezie da dodicenne sfigato, una seconda parte dove Goro fa il suo ingresso nonché il preludio del viaggio che s’apprestano a compiere i due ragazzi, la terza parte relativa al viaggio vero e proprio, e la quarta parte l’epilogo che chiude il cerchio del libro.
Stupisce come una siffatta opera sia scritta – utilizzando anche dello humor – in maniera così semplice ma completa, esaltando quello che è il disagio della pubertà, ovvero la sensazione di non sentirsi mai all’altezza delle situazioni. È un libro puro, tenero, pulito, proprio come i personaggi che lo abitano, che affronta temi attuali ma in un’ottica diversa dal tempo contemporaneo che stiamo vivendo. L’autore scrisse il romanzo quando ancora non c’era internet, quando i social non esistevano, quando mancavano i cellulari, i tablet, i pc, quando la violenza non spopolava in modo così cruento e virale nelle radio e nella televisione (Il compagno proibito è un romanzo editato nel 1981 dalla Fabbri Editore reperibile nei mercatini dell’usato e tra le bancarelle dei libri oltre che online).
È un viaggio tra i pensieri, i dubbi, le emozioni, le considerazioni e le aspettative di Damiano. Non è scritto in prima persona, ma Marianelli è bravo a narrare la storia come se a raccontarla fosse proprio Damiano.
Forse perché fa parte della raccolta dei primi libri che ho letto nel corso della mia adolescenza che Il compagno proibito resta e resterà sempre, con Rebecca la prima moglie, tra i miei libri del cuore. Non sono pazza se dico che con esso mi sono innamorata per la prima volta. Goro è un personaggio straordinario (n.b: stra-ordinario, oltre l’ordinario), è stato il primo ragazzo da cui sono rimasta colpita e affascinata per la sua inesauribile sete di conoscenza, l’incontenibile curiosità verso tutto ciò che lo circonda, la sua capacità di sapersi adattare a ogni cosa, la sua intraprendenza mescolata ad un pizzico di incoscienza, la sua libertà, il suo essere altro dagli altri senza scavalcare chi è diverso da lui. Pur essendo un “emarginato” dalla società, non ha mai provato rancore o senso di vendetta nei confronti di quanti lo hanno tagliato fuori (e sono veramente tanti); lui è forte, sa di potercela fare da solo, ma non se ne fa un vanto. Diventa l’eroe di Damiano oltre che il suo salvatore e il suo mentore.
Goro è un personaggio che mi trascino dietro nel tempo. Come ho detto, l’ho conosciuto tra i banchi di scuola nell’ora di italiano riservata alla narrativa. È stato il mio primo amore, la mia prima cotta. Da allora ho costruito altre storie nel mio immaginario che avevano (e tuttora hanno) come protagonista maschile Goro. Quando devo immaginare una persona di sesso maschile, quel personaggio ha il volto di Goro. Non mi capita con i personaggi degli autori italiani o stranieri, del presente e del passato, ma solo con quelli che sbucano fuori dalla mia penna.
Forse c’è più di una ragione per cui sono portata ad associarlo con “quelli usciti di fantasia”. Chi ha avuto la fortuna di leggere questo preziosissimo libro, chi vorrà leggerlo e chi riuscirà a reperirlo scoprirà perché.
A me non resta altro da fare che tornare a trovarlo di tanto in tanto tra le scansie della libreria quando ho voglia di fargli un saluto. Perché so che non se ne è mai andato (il segreto, ripeto, sta nelle pagine del libro).
Ciao Goro.

Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Recensioni